mercoledì 4 luglio 2012

Il canto di Lorelei

 Nella mitologia germanica sono spesso presenti delle creature acquatiche chiamate ondine. Di solito si trovano nei laghi delle foreste, nei fiumi e nelle cascate e hanno una voce meravigliosa, che si sovrappone allo scrosciare dell'acqua. La tradizione vuole che le ondine siano prive di anima e che per questo motivo non possano accedere al paradiso dopo la morte. Tuttavia, esse possono acquistare un'anima sposando un uomo mortale e dando alla luce un figlio, frutto del loro amore. Forse è per questo motivo che nel folklore germanico queste creature misteriose, ritratte come bellissime donne con la coda di pesce, spesso attirano gli uomini con il loro canto allo scopo di farli annegare nelle loro acque. 
 In altre tradizioni, però, le ondine sono considerate esseri innocui o addirittura amichevoli. 

Un'ondina con la sua vittima


 Un'ondina molto famosa è Lorelei, creatura che viveva presso il fiume Reno e protagonista di varie leggende sul proprio conto.

 Una di queste vuole che Lorelei, con il proprio canto e il proprio aspetto meraviglioso, attirasse a sé molti uomini, causando naufragi e sciagure. Un giorno, però, un nobile si volle vendicare per la morte di suo figlio causata dall'ondina e inviò i suoi soldati a uccidere Lorelei. Questa, per difendersi, invocò in aiuto il padre, il quale mandò un cavallo di schiuma che condusse la figlia nelle profondità del fiume, da cui ella non fece più ritorno.
 Da allora i marinai non dovettero più temere gli inganni di Lorelei, ma la roccia su cui ella era solita apparire conservò il suo nome.

 Un'altra leggenda, più tragica, dipinge Lorelei come una fanciulla tanto bella quanto crudele, che era solita attirare i marinai del Reno presso le sue rupi non per cibarsene, ma solo per il puro divertimento di vederli morire inghiottiti da un gorgo.
 Così capitò che un giorno la perfida Lorelei fece annegare un giovane nocchiero, il quale scoprì poi essere il suo amante mortale, che l'ondina non vedeva da anni. Disperata per il suo atto scellerato, Lorelei si gettò nel gorgo dove lei stessa aveva annegato tanti uomini, e la sua rupe sprofondò nel fiume.

 Infine, perfino scrittori tedeschi moderni come Clemens von Brentano si rifecero alla figura di Lorelei per eleborare delle storie. 
 La leggenda a cui si riferisce Brentano è anch'essa associata a una rupe che si trovava sul fiume Reno. "Lei" in tedesco antico significa infatti "roccia", "rupe", mentre "Lür" indicava che la roccia era fatta a lastroni. Presso questo luogo, vi era una maga che con la sua voce incantava gli uomini: Lorelei.
 Il vescovo locale la fece convocare e scoprì che il suo unico desiderio era morire, per sfuggire al tragico destino che la spingeva a rovinare gli uomini per vendicarsi dell'amante che l'aveva abbandonata. 
 Così il vescovo decise di farla accompagnare da tre cavalieri in un convento, dove la sventurata avrebbe trovato rifugio. Durante il viaggio, giunta alla sua rupe, chiese ai soldati di poter contemplare un'ultima volta il Reno. I tre accolsero la sua richiesta accompagnandola sulla rupe. Lì Lorelei vide un battello e lo scambiò per quello del suo amante e si gettò nel Reno, trascinando nella morte anche i tre cavalieri che l'accompagnavano.

Fonti: Wikipedia, voce "Lorelei" e "ondina"; sito internet http://cleliana.altervista.org/lorelaiss.htm; documento pdf all'url http://upload.legambiente.org/blogs/Leggende%20e%20miti.pdf.



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