giovedì 7 agosto 2014

La fame incontenibile del Wendigo

  Chi mi conosce sa che non sono per niente una cinefila. Nonostante la mia profonda ignoranza in campo cinematografico, ci sono dei film che mi rimangono piacevolmente impressi. Uno di questi è The Lone Ranger, pellicola relativamente recente in cui un fantastico Johnny Depp interpreta Tonto, un indiano comanche.




 Oltre a essere un personaggio divertente e strampalato, mi ha aperto un piccolo scorcio sulla cultura indiana dell'America Settentrionale. Se vi capitasse di guardare questo film (e ve lo consiglio!) noterete che Tonto pronuncia costantemente delle parole strane per le nostre orecchie, tra cui questa: Wendigo.
 Da qui sono partite le mie ricerche e ho scoperto che questo Wendigo (o Windigo) esisteva davvero nel folklore pellerossa. Vediamo un po' di cosa si tratta...

Denominazione

 Il nome di questo essere varia notevolmente a seconda delle zone geografiche e delle tribù indigene dell'America del Nord. Il termine che userò per riferirmi alla figura in questione (Wendigo, appunto) era quello più utilizzato dagli Algonchini, stanziati lungo la costa orientale nordamericana e nella regione dei Grandi Laghi, al confine tra Canada e Stati Uniti. 
 Altre varianti fonetiche sono Weendigo, Windago, Windiga, Witiko, Wihtikow, Wìdjigò e molte altre, tra cui Manaha, Wiindigoo in lingua Ojibwe, e Wīhtikōw in lingua cree. Tutte queste trovano corrispondenza nel proto-algonchino Wi·nteko·wa, il cui significato originario rimanda a "gufo".
 In altre zone, invece, il nome cambia sensibilmente, anche se riferito allo stesso tipo di creatura. Nel Maine si parlava di Kikakwe, tra gli Uroni di Strendu; gli Eschimesi usano il nome Tornii o Toonijuk, che diventano Mahoni nello Yukon e Sasquatch nella Colombia Britannica. Ancora, tra i Micmac c'erano i Gugwe, nella zona centrale del Canada i Weetigo e nel Quebec, oltre al già citato Witiko, si usava anche Kokotshe, Atchen e Misabe.

Aspetto e caratteristiche

 Come il nome, anche l'aspetto fisico del Wendigo assume caratteristiche diverse a seconda della tribù e della zona geografica di provenienza. Tuttavia, vi sono degli attributi che rimangono costanti: il Wendigo appare in ogni caso una creatura maligna, solitamente di grandi dimensioni, pelosa, dal corpo scheletrico ed emaciato, poiché è figlio del Freddo e della Fame tipicamente invernali. E' quasi sprovvisto di labbra, le quali sono sottilissime per mostrare i terribili denti affilati. Si dice che abbia un cuore di ghiaccio e che l'unica possibilità per eliminarlo sia proprio sciogliere il suo cuore con in fuoco.
 Ma la caratteristica più spaventosa del Wendigo è la sua costante fame di carne umana. E' un cacciatore temibile, velocissimo, che non molla mai la preda una volta che la individua. Si muove così velocemente che i suoi piedi si staccano per la consunzione, ma vengono immediatamente sostituiti da altri arti.
 Anche le abitudini ferine avvicinano il Wendigo a una bestia; è solito grattarsi il corpo contro la corteccia degli alberi ed emette urla animalesche, anche se è in grado di riprodurre anche la voce umana. Gli Shoshoni, inoltre, attribuiscono a questi mostri l'appellativo Dzoavits, "giganti di pietra", probabilmente perché usano le pietre come armi o per via della corazza simile alla pietra che ricopre il loro corpo, formatasi con la terra che rimane attaccata al loro corpo quando si rotolano sul suolo.



Nascita di un Wendigo

 La ragione della famelicità impressionante di queste creature è da rintracciare nella loro origine. Secondo le leggende pellerossa i Wendigo erano un tempo degli esseri umani che, per non morire di fame durante gli inverni rigidi nordamericani, sono ricorsi al cannibalismo. Si dice che ogni volta che un Wendigo divora un umano, le sue dimensioni aumentino, di modo che non riesce mai a sfamarsi. Probabilmente, la mostruosità di una creatura simile doveva servire da deterrente contro il cannibalismo per le tribù native, che dovevano affrontare inverni durissimi, con scarse risorse alimentari.
 Altre fonti narrano che una persona poteva trasformarsi in un Wendigo se veniva posseduta in sogno, a causa di un sortilegio di uno sciamano, oppure se veniva morsa da un altro Wendigo. Un'altra causa molto interessante che può convertire un umano in questo mostro è una smodata avidità.

 Proprio l'avidità è il tratto che contraddistingue il bandito Butch Cavendish, l'antagonista del film The Lone Ranger che Tonto e il Ranger solitario John Reid devono fronteggiare. Non è dunque un caso che l'indiano comanche si riferisca a lui proprio con il nome di Wendigo, che nel film diverrà un termine per indicare anche la sete di potere e di denaro di alcuni uomini.
Il Wendigo, quindi, si trasforma in un monito contro l'avidità, il vero spirito maligno che possiede gli uomini rendendoli dei mostri.



Fonti:
- Wikipedia (italiano), voce "Windigo";
- Wikipedia (inglese), voce "Wendigo";
- Il crepuscolo degli dèi, voce "Wendigo".