domenica 14 settembre 2014

L'incantesimo di Circe

 Scendendo da un nebuloso Nord verso un soleggiato Centro-Sud alla ricerca delle sospirate vacanze, si può ammirare sull'autostrada la scritta "Siete in un paese meraviglioso". Effettivamente chi, come me, vive a 20-30 km da Milano, nella zona forse più "sclerata" d'Italia, oberata dal lavoro e dalle scadenze, certe volte si dimentica di vivere in uno dei Paesi più belli del mondo.
 Per fortuna basta poco per rinfrescare il ricordo della bellezza. È sufficiente allontanarsi per qualche chilometro dal luogo di lavoro per immergersi in una campagna favolosa; in alternativa, se si decide di rimanere in città, occorre solo dotarsi di un occhio più attento per scorgere degli angoli pittoreschi o delle costruzioni che rivelano il gusto dei nostri antenati.
 Quest'anno una delle mie mete turistiche mi ha portato nel sud del Lazio, a metà strada tra Roma e Napoli. Il paesaggio che si può osservare nella zona del Circeo è veramente mozzafiato...

Vista dal monte Circeo

 Come si può non restare stregati da questo mare e questo sole?
 Del resto, non per nulla si ritiene che proprio in queste zone vivesse una delle maghe più famose dell'antichità: Circe, da cui appunto prende nome il monte Circeo.

 Nascita di Circe

 Solitamente consideriamo Circe come una maga o una strega, ma in realtà si tratta di una vera e propria divinità.  Circe nasce infatti dall'unione di Elios, dio del sole, e dell'oceanina Perseide, anche se per alcune fonti la vera madre di Circe sarebbe Ecate, una lugubre dea notturna associata in seguito alla magia. 
 Oltre alla figura del padre, sono numerosi i riferimenti che collegano il personaggio di Circe con il sole. Un fratello della dea è Eete, re della Colchide e custode del Vello d'oro, il cui nome proviene dal greco ἕως, eos, che significa letteralmente "aurora", "sole". Anche il nome  dell'isola su cui abita Circe, situata nei pressi del promontorio del Circeo, possiede la stessa etimologia: Eea. Infine, lo stesso nome della dea indica chiaramente la connessione a questo astro: Circe deriva da "circolo", forma dell'orbita che il sole traccia intorno alla terra. 
 Ciò dimostra che non ci troviamo di fronte a una fattucchiera qualsiasi, ma a una creatura soprannaturale dai nobili natali, sorella di Pasifae, moglie del leggendario re Minosse e zia di Medea, la protagonista dell'omonima tragedia di Euripide.

 Il mito

 Il mito più famoso dove incontriamo Circe appare nell'Odissea, quando Omero racconta dell'arrivo di Ulisse sull'isola di Eea. L'eroe manda in ricognizione i suoi compagni di viaggio, che arrivano al castello di Circe e accettano il cibo e le bevante offerte dalla padrona di casa. In seguito questi vengono trasformati in porci (o, secondo altre fonti, in animali che rispecchiano la natura di ciascuno) tranne Euriloco, che rifiuta di banchettare insieme ai compagni e decide di tornare da Ulisse per riferirgli l'accaduto.
 Oltre a Euriloco, l'eroe riceve aiuto anche dal messaggero degli dèi, Ermes, che gli suggerisce di aggiungere al filtro di Circe un'erba chiamata moly, che avrebbe neutralizzato l'effetto dell'incantesimo. La dea, una volta constatata l'inutilità delle sue arti magiche, è costretta a restituire l'aspetto umano ai compagni di Ulisse.
 Nonostante la disavventura, Ulisse passa un anno accanto a Circe e ha da lei un figlio, Telegono, fondatore della città di Tuscolo. Altre leggende affermano che dall'unione di Circe e Ulisse sarebbero nati altri personaggi eponimi, come Latino, il fondatore della stirpe dei Latini, Romo, Anziate e Ardeate, che avrebbero dato il loro nome alle città di Roma, Anzio e Ardea.
 Successivamente, l'eroe riparte e, su consiglio di Circe, si dirigerà nel poco lontano regno dell'oltretomba per parlare con l'indovino Tiresia (cfr. "Tiresia: le avventure di un indovino" in questo blog).

 Oltre a questa, vi sono altre vicende mitologiche dove compare Circe. La dea si sarebbe unita anche con il re latino Pico e addirittura con Giove, da cui avrebbe generato il dio Fauno.
 Nell'impresa degli Argonauti, Giasone e Medea giungono nel viaggio di ritorno all'isola di Circe, che li purifica dai crimini connessi e accoglie la nipote, ma non Giasone.
 Infine, si deve a Circe anche la trasformazione della fanciulla chiamata Scilla nel mostro che affrontano Ulisse e i compagni nell'Odissea. La giovane era colpevole di aver conquistato il cuore del dio marino Glauco, sul quale aveva messo gli occhi anche la dea.

Circe attorniata dalle sue vittime

 Vedendo la bellezza del Circeo, è facile credere che Circe vivesse davvero in quei luoghi. È come se il suo incantesimo riuscisse anche oggi a rendere il basso Lazio un posto da favola.
 Purtroppo, però, Circe non sapeva che avrebbe dovuto fare i conti con l'incuria degli uomini.
È vero che abbiamo avuto la fortuna di nascere in un Paese che è già meraviglioso, ma è anche nostro compito prendercene cura e non lasciare che il degrado abbia la meglio sui bellissimi monumenti e paesaggi della nostra terra, come spesso invece accade.
 Dimostriamoci dunque degni successori degli illustri abitanti che vivevano nella nostra stessa terra e aiutiamo Circe a perpetuare il suo incantesimo. Ricordiamoci di mantenere meraviglioso il nostro Paese.



Fonti:
- Wikipedia, voce "Circe";
- Il crepuscolo degli dèi, voce "Circe";
- Voce "Circe" in Enciclopedia dell'antichità classica "Le Garzantine", Edizione Mondolibri S.p.a. (su licenza Garzanti libri S.p.a.), Milano, 2000;
- Miti e...dintorni, voce "Circe".

giovedì 4 settembre 2014

Area amerindia

 Avevo già parlato un po' di tempo fa della mia collaborazione con dei siti di mitologia. Uno di questi è Bifröst, la cui redazione è composta interamente da appassionati di mitologia che partecipano al progetto senza percepire un ritorno economico. È  bello vedere che nonostante i mille impegni di ognuno, si riesca comunque a coltivare questa passione e condividerla con la rete.

 Personalmente è da poco che partecipo a questo progetto, ma posso dire che la cura e la dedizione nelle ricerche e nella documentazione delle varie aree sono davvero encomiabili. L'attenzione alle fonti e alle questioni linguistiche e la cura nelle ricerche ne fanno un portale affidabile e sicuro.
 In particolare, sento di dovere una menzione speciale a Dario Giansanti, il creatore del sito e infaticabile ricercatore su qualsiasi cosa abbia a che fare con la mitologia. È grazie a lui e alla sua disponibilità se ora Bifröst ha un'area amerindia.


 Per ora stiamo lavorando sulla popolazione dei Maya il cui maggior lascito di miti e leggende è costituito dal Popol Vuh o Popol Wuj, nella trascrizione moderna che io stessa sto imparando a utilizzare. Parte di questo lavoro è presente anche sul mio blog, in particolare la parte riguardante la creazione dell'uomo e le avventure dei gemelli Junajpu e Xb'alanq'e contro i falsi dèi. Su Bifröst, però, questa materia sarà trattata in modo molto meno frammentario, come permette l'elaborazione di una vera e propria sezione mitologica dedicata a uno specifico corpus di leggende. Inoltre, i miti saranno gradualmente accompagnati da approfondimenti e saggi interpretativi, frutto delle mie ricerche e di Dario, che mi sta dando un grande aiuto in questo lavoro. 

 L'area amerindia, come tutto il progetto Bifröst, sarà in costante aggiornamento anche se i tempi saranno lunghi, dato che si tratta per tutti i partecipanti di un'attività amatoriale, esercitata nei piccoli buchi di tempo libero in mezzo agli impegni quotidiani.

 Il mio sogno sarebbe allargare l'area amerindia con la trattazione di miti appartenenti ad altre popolazioni native americane, come Aztechi, Incas, o anche popolazioni nordamericane...
 Ma come al solito la mente corre troppo e il tempo è limitato, quindi per ora vi consiglio di godervi i Maya-K'iche' e le leggende del loro Popol Wuj.  

 Buona lettura!